Brucia l’Italia, la Calabria e anche la pineta di Sovereto, nel comune di Isola di Capo Rizzuto (Crotone). Nella mattinata di venerdì 25 agosto, la vegetazione della pineta, al cui interno sorge il camping gestito dai compagni del Circolo Arci “Ubi Maior – Another Beach Project”, è stata colpita da un incendio di vaste proporzioni. Sono 15 gli ettari di bosco bruciati in poche ore, anche a causa del vento che ha alimentato le alte fiamme. Sovereto sorge sulla costa antistante l’Area Marina Protetta di Capo Rizzuto, conosciuta come “la spiaggia dei gigli” per via dei rarissimi gigli marini che crescono sulle rare dune di questa spiaggia.
È dall’inizio di questa estate che la Calabria e l’Italia tutta aggiornano i numeri record: incendi, richieste di soccorso aereo, migliaia di ettari di pinete, boschi, macchia mediterranea bruciati.
A tal proposito riportiamo di seguito un contributo dell’Arci Nazionale del 20 luglio scorso.
Come ogni estate l’Italia brucia. Manca un piano di tutela del territorio
Di Filippo Sestito, coordinatore nazionale Arci Ambiente, difesa del territorio, stili di vita
Ogni anno con l’arrivo dell’estate giunge puntuale l’emergenza incendi. Una delle tante emergenze a cui abbiamo assistito negli ultimi mesi: dalle alluvioni, agli eventi sismici, alla siccità. Solo per restare in tema ambientale.
Eventi che con colpevole superficialità continuano ad essere definiti ‘estremi’, ma che estremi non sono e a cui dovremo abituarci, perché saranno sempre più frequenti essendo legati ai cambiamenti climatici, al surriscaldamento del pianeta.
Sono situazioni prevedibili che dobbiamo iniziare ad affrontare tutti insieme: governi, amministrazioni e comunità locali, associazioni. Programmando per tempo e mettendo mano ad un grande piano di manutenzione e di difesa del territorio.
Nel frattempo l’Italia brucia. Da giorni. Da nord a sud sono innumerevoli gli incendi che hanno distrutto e stanno distruggendo ettari di pinete, boschi, macchia mediterranea, terre coltivate, mettendo a rischio la vita delle persone e provocando danni ambientali e paesaggistici incalcolabili, senza considerare l’enorme costo economico che dovrà essere pagato dalla collettività.
Gli episodi più critici si sono registrati in Sicilia, Sardegna, Basilicata. In Calabria gli incendi hanno interessato il cosentino e il parco della biodiversità di Catanzaro; in Puglia ancora fiamme sul Gargano; in Campania sono andati in fumo le pendici del Vesuvio; nel Lazio le fiamme hanno divorato 40 ettari della pineta di Castel Fusano.
Drammatica la situazione anche in Toscana, centinaia di ettari distrutti dal fuoco a Marina di Grosseto, nel senese, nel pisano, nel comune di Montale, in provincia di Pistoia, all’Elba, fino alle porte di Firenze.
Anche in Liguria, nello spezzino, bruciano i boschi in Val di Vara.
Sono circa 30mila gli ettari di boschi bruciati dall’inizio dell’estate, poco meno di mille le richieste di soccorso aereo da parte delle regioni. Un record assoluto.
Pochissimi i mezzi a disposizione. Pochi i Canadair e gli elicotteri a disposizione dei Vigili del Fuoco e della Protezione Civile. Pochi e nelle mani dei privati. Insufficienti a garantire la salvaguardia, la prevenzione, il monitoraggio e la tutela del territorio dall’aggressione di piromani e dalla criminalità organizzata che brucia per poter costruire o far posto a discariche abusive.
Tutto questo accade ad un anno di distanza dallo scioglimento del Corpo Forestale dello Stato. Renzi, decise di sciogliere un corpo di polizia ad ordinamento civile in un corpo militare, facendo confluire nell’Arma dei Carabinieri settemila lavoratori forestali, per di più impossibilitati ad intervenire direttamente se non in caso di piccoli fuochi.
Una delle tante scelte sbagliate del governo Renzi, che testimonia come inseguendo il populismo e l’austerità si realizzano riforme dannose per il paese e si incrementa la spesa pubblica.
(fonte: ArciReport, 20 luglio 2017)