Due chiacchiere con Antonio Laino, Presidente del Cinalci, alla vigilia della ventottesima stagione della rassegna di cinema d’autore.
Parte tutto all’inizio degli anni 90 con la crisi delle sale cinematografiche che si trovano a lottare con la comodità dei cosiddetti home video, i VHS, le videocassette. Anni in cui le tecnologie per vedere comodamente i film seduti sul proprio divano di casa, hanno prodotto tutta una nuova economia con il proliferare dei negozi di noleggio, aperti anche H24. Parallelamente, in maniera inversamente proporzionale, cresceva appunto la crisi del cinematografo, con una netta riduzione delle sale di riproduzione. Perfino a Crotone si passò rapidamente da cinque a una, con la chiusura dello storico Cinema Teatro Apollo che venne evitata dalla mobilitazione popolare di quella parte di società civile che poi decise di impegnarsi nella creazione di un Circolo del Cinema.
L’idea era quella di portare il Cinema al Cinema, un certo tipo di produzione cinematografica in particolare. Quella che viene definita d’autore e che gli addetti ai lavori, gli esperti e gli appassionati preferiscono definire d’essai. Le sale d’essai sono un fenomeno nato negli anni 60/70 in Italia e in tante ne possiamo contare ancora oggi. A Crotone da 28 anni, consecutivamente, esiste la rassegna del Cinalci, Ass. Culturale e Circolo che ha aderito alla U.I.C.C. (unione italiana circoli del cinema).
E sono 28 anni che l’obiettivo dell’associazione rimane sempre lo stesso, portare a Crotone film di qualità ma per vederli nel luogo ideale, cioè quelle sala cinematografica – nello specifico la “Sala Raimondi” – che deve essere protetta come luogo sacro. Anche rispetto all’evoluzione del mezzo tecnologico che poi negli anni ha portato lo spettatore a poter vedere i film attraverso non solo la televisione ma anche il computer e addirittura il tablet o lo smartphone. Di questo e di tanto altro, il Prof. Antonio Laino, presidente del Cinalci, ha parlato nella chiacchierata che ha concesso ai microfoni di Radio Barrio.
Mutuando un’espressione di qualche sera fa di Piera Detassis, dalla Festa del Cinema di Roma, le hanno chiesto “che programma avete fatto?” e lei molto sinteticamente ha detto “nella profondità e nella leggerezza”. Io dico che questa espressione, questa etichetta si può applicare tranquillamente al nostro programma di quest’anno, perché una cosa difficile da smontare sono i pregiudizi. Un giudizio magari sì, ma un pregiudizio è più forte. Qual è il pregiudizio? Che i film del Cinalci sono impegnativi. La gente ormai non vuole impegni e invece credo che quest’anno possa verificare che c’è l’impegno ma ci sono anche 4, 5 commedie. Sono rappresentate tutte le nazioni però c’è una prevalenze di film italiani, non l’abbiamo fatto apposta, era l’anno. E questi film italiani hanno le caratteristiche delle commedia. Non si rifanno pedissequamente alla gloriosa commedia all’italiana ma hanno fatto qualcosa di diverso.
Si parte giovedì 9 novembre, con il primo film in programmazione che è Orecchie di Alessandro Aronadio, ovviamente alla Sala Raimondi.
C’è ancora tempo per abbonarsi nei consueti punti vendita: Librerie Cerrelli e Mondadori, sede del Cinalci in via Vittorio Veneto 8 e i botteghini del Cinema Apollo e della Sala Raimondi, oppure direttamente qui sul sito del Cinalci. Il prezzo, ormai invariato da qualche anno, è di 65 euro per gli adulti e 45 per i giovani, che garantisce la visione delle 21 opere in programma.